mercoledì 21 febbraio 2007

Il Sogno di Lama -La notizia parte seconda-

Eccomi, sono tornato con un nuovo pezzo della storia, richiesta a gran voce dalla Maggy...mi sa che mancava solo a lei^_^

Ma non perdiamo tempo in chiacchiere è ora di sognare e di farvi sognare!

La notizia (parte II)
A seguire l'entrata del messo reale il silenzio cadde nella taverna.
I soldati si misero sull'attenti, i popolani
chinarono il capo. Suono di trombe della scorte del messo accompagnavano il movimento delle sue mani nell'atto di srotolare una pergamena. Il petto in fuori dell'omino vestito di porpora si gonfiò d'aria. Il silenzio era tale da far sentire il vento d'aria inspirato. Poi a gran voce si mise a declamare:
"Sua Maestà il Re del Porto Sicuro chiama i suoi fedeli soldati all'adunanza nella piazza principale. Gli armigeri Lama Vegliafrontiera, Viggo Manolesta, Andrew Grandeocchio e Gwindolen del Deserto sono convocati direttamente da Sua Maestà in persona al suo cospetto seduta stante" tossì leggermente e volto le spalle agli astanti.

Qualche ora dopo la guarnigione di stanza nella capitale di Porto S
icuro, Certania, era completamente spiegata nella piazza d'armi, dinanzi al suo signore. Il Re di Porto Sicuro, Quetar III, arringò i suoi generali e le sue truppe sulla necessità di partire verso terre nordiche devastate da macchine che sprigionavano fumo e al loro passaggio lasciavano solo cenere. E con il gesto di una mano fece aprire il maestoso cancello della città e osservò uscire i suoi fedeli cavalieri chiedendosi quanti di loro avrebbe rivisto.
La macchina da guerra di Porto Sicuro era qualcosa di magnifico alla vista: splendidi stendardi retti da uomini bellissimi, cavalli maestosi cavalcati da cavalieri possenti e dai lineamenti aggraziati come quello delle adolescenti che si avvicinano a scop
rire il loro corpo. I colori accesi del rosso e del verde brillavano per tutto il corteo e nonostante il suo passaggio non fosse un segnale di buon augurio i popolani nei villaggi e i contadini nei campi si fermavano ad ammirare gli affascinanti uomini di Sua Maestà. Alcune donne piangevano riconoscendo il loro figlio, altre piangevano vedendo il loro amato, qualcuna sorrideva vedendo queste piangere, godeva del loro dolore ed erano soddisfatte di sapere che anche loro ora provavano il dolore dell'abbandono. I padri si davano di gomito quando passavano i loro figli possenti nelle armature, gli anziani venivano presi dall'ardore del ricordo e salutavano con rigorosi saluti militari la carovana. Ma questo è un fatto, come la guerra e le battaglie che verranno, un fatto di per sè irrilevante senza sapere cosa successe nelle ore precedenti alla partenza degli armigeri nelle sale del Palazzo della Ragione.

Il nostro giovane Lama si diresse con zelo verso la sala del trono nel Palazzo della Ragione. Già da quando aveva varcato la porta del Palazzo la pergamena letta nella taverna era stata messa in un angolino della sua mente, ma quando raggiunse la sala del trono se ne era quasi dimenticato completamente.
I suoi occhi vennero colpi
ti dalla sfarzo. La grande sala pressoché vuota era infatti occupata dal solo trono del re Quetar III e da altri tre personaggi dinanzi a lui inchinati.
Oro ovunque, oro vero. La luce che entrava dalla finestra di fronte al trono dava alla sala una luminosità quasi irreale, sembrava di essere entrati nella casa di un dio.

Raggiunse i tre uomini nominati insieme a lui e si inchinò deciso ad ascoltare le parole dell'uomo-dio, seduto sul suo trono, all'apparenza basso, vecchio e stanco.
"Io so che voi avete avuto contatto con oggetti che vi hanno lasciato perplessi" disse saltando tutti i convenevoli "Come lo so non deve interessarvi, quello che è importante è che ora voi partiate per le terre del Nord ed eseguiate gli ordini scritti su questa pergamena" con la mano sinistra, riccamente anellata, gettò con sufficienza un rotolo di carta verso Viggo Manolesta. "Ora potete andare, mi aspetto un ottimo lavoro da voi". Detto questo si alzò mostrando la sua statura e la muscolatura che non pareva fosse d'anziano. Si congedo e si ritirò nelle sue stanze per preparare il discorso per le sue truppe.
Viggo prese la pergamena e si accinse ad aprirla.